DISTOPIE NUCLEARI 1944-45
Poco e piuttosto male si è scritto e discusso del programma nucleare tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, ma ancor meno di quello giapponese, di cui ben pochi hanno sentito parlare...
Esiste una frase pronunciata da Winston Churchill durante un discorso radiofonico alla nazione il 1° ottobre 1939 che, sebbene da lui riferita all’Unione Sovietica, si adatta magnificamente anche alla Germania non tanto e non solo nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quanto in particolare durante le ultime fasi di questo sanguinoso conflitto: “Si tratta di un rebus, avvolto in un mistero all’interno di un enigma”.
Se sin dall’inizio si manifestarono alcune decisioni di Hitler intorno alle quali ancora oggi dibattono gli storici (l’arresto delle divisioni corazzate tedesche di fronte alla sacca di Dunkerque dal 24 al 26 maggio 1940, nel pieno dell’invasione della Francia, che diede alle truppe francesi e britanniche il tempo e le risorse necessarie ad imbarcarsi via mare evacuando 338.000 soldati, pur al prezzo dell’abbandono di armi ed equipaggiamenti pesanti1, oppure la mancata invasione di Malta2 che avrebbe garantito il controllo del Mediterraneo e un ben diverso svolgimento della Campagna d’Africa da parte delle truppe dell’Asse), quelle che caratterizzarono le ultime settimane di guerra, pur se meno discusse, contribuirono senz’altro alla nomea secondo la quale il Führer era ormai totalmente distaccato dalla realtà, che fosse per un malanno al cuore, il Parkinson o i pesanti cocktail di medicinali e droghe di vario tipo che il suo medico personale gli iniettava per tenerlo in piedi poco importa.
Joseph P. Farrell3 descrive magnificamente la scena, tra il grottesco e il surreale, presumibilmente avvenuta nel Führerbunker sotto la Cancelleria del Reich durante una delle sue ultime riunioni col suo Stato Maggiore:
Adolf Hitler, Cancelliere e Führer del Grande Reich tedesco in continua diminuzione è in conferenza. Il suo braccio sinistro trema in modo incontrollabile e di tanto in tanto deve fermarsi a tamponare la bava che gli cola dalla bocca. La sua carnagione è grigia e pallida; la sua salute nel caos per le droghe che i suoi dottori gli iniettano. I suoi occhiali sono appollaiati sul suo naso mentre strizza gli occhi alla mappa davanti a lui.
Il Generaloberst Heinrici, comandante del gruppo d'armate Vistola, in netta inferiorità numerica di fronte agli eserciti del maresciallo Zhukov ammassati a meno di sessanta miglia da Berlino, sta supplicando il suo capo di avere più truppe. Il generale sta mettendo in dubbio la disposizione delle forze che vede mostrate sulla mappa di battaglia, perché gli è chiaro che alcune delle migliori e poche formazioni valide rimaste alla Germania si trovano all'estremo sud, di fronte alle forze del maresciallo Koniev in Slesia. Queste forze erano quindi, incomprensibilmente, pronte a difendere strenuamente Breslavia e Praga, non Berlino. Il generale supplica Hitler di spostare alcune di queste forze e di trasferirle a nord, ma senza successo.
"Praga", risponde ostinatamente, quasi misticamente il Führer, "è la chiave per vincere la guerra". Le truppe in difficoltà del Generaloberts Heinrici devono "farne a meno" (come in effetti faranno, riuscendo comunque ad opporre una feroce resistenza nelle fasi iniziali dell'offensiva finale di Zhukov su Berlino; NdR).
Si possono anche immaginare Heinrici e gli altri generali riuniti mentre lanciano un triste sguardo alla Norvegia sulla mappa della situazione, dove sono ancora di stanza migliaia di truppe tedesche che occupano un paese il quale da tempo ha cessato di avere valore strategico o operativo per la difesa del Reich. In effetti, perché Hitler mantenne così tante truppe tedesche in Norvegia fino alla fine della guerra? [...] Praga? Norvegia? Non c'erano ragioni militari standard o convenzionali per tali schieramenti. In altre parole, gli stessi schieramenti attestano la sua completa mancanza di contatto con la realtà militare. Doveva quindi essere alquanto pazzo.
Ma a quanto pare la sua "follia delirante" non si fermava qui. In più di un'occasione, durante queste riunioni di fine guerra con i suoi generali nel Führerbunker, si vantò che la Germania sarebbe stata presto in possesso di armi che avrebbero strappato la vittoria dalle fauci della sconfitta "cinque minuti dopo la mezzanotte". Tutto ciò che doveva fare la Wehrmacht era resistere ancora un po'. E soprattutto tenere Praga e la Bassa Slesia.
A quali armi potevano riferirsi queste affermazioni da parte della leadership nazista verso la fine della guerra? Alle versioni più avanzate delle già note (e letali) V-1 e V-2? Ai missili intercontinentali A9/10 in fase di sviluppo? Ai caccia a reazione, alcuni dei quali peraltro già operativi da tempo? Ai missili antiaerei a ricerca di calore che i tedeschi stavano realizzando? Sir Roy Fedden, uno degli specialisti britannici inviati in Germania dopo la guerra per indagare sulla ricerca delle armi segrete naziste, non ha lasciato dubbi sul potenziale mortale di questi sviluppi: “Nel corso di due recenti visite in Germania, come capo di una missione tecnica del Ministero della Produzione Aeronautica, ho visto abbastanza dei loro progetti e piani di produzione per rendermi conto che se fossero riusciti a prolungare la guerra di qualche mese, avremmo dovuto confrontarci con una serie di sviluppi completamente nuovi e mortali nella guerra aerea”4.
L’Aggregat 10 (A10 in breve) è stato, insieme ad A9, il primo progetto di missili balistici transatlantici al mondo. La fase di pianificazione del progetto missilistico tedesco iniziò nel 1940, con il primo volo previsto per il 1946. L'A10, come stadio di lancio per l'A9 (con e senza equipaggio), aveva lo scopo di consentire un attacco contro gli Stati Uniti, motivo per cui il termine "missile America" è nato verso la fine del 1944. In questo schema, il confronto delle dimensioni da A1 a A10. Fonte: Wikicommons
È indubbio che la ricerca scientifica e gli sviluppi tecnologici tedeschi fossero assai più avanzati rispetto alle loro controparti alleate, un tema peraltro approfondito nel dopoguerra da numerosi autori (il più grande classico, secondo il sottoscritto, rimane Il mattino dei Maghi 5) e trattato anche sulla rivista Nexus New Times6:
Man mano che le forze alleate penetravano sempre più in profondità nel cuore della Germania, squadre di scienziati ed esperti e i loro coordinatori dell'intelligence furono inviati letteralmente a perlustrare il Reich a caccia di brevetti tedeschi, ricerche sulle armi segrete e, soprattutto, per scoprire lo stato del progetto tedesco della bomba atomica. Aspirando letteralmente dal Reich ogni concepibile sviluppo tecnologico, questo sforzo divenne il più grande trasferimento tecnologico della storia. Anche in questa fase avanzata della guerra, mentre gli eserciti alleati avanzavano attraverso l'Europa occidentale, c'era il timore da parte degli alleati che i tedeschi fossero pericolosamente vicini alla bomba atomica e potessero effettivamente usarne una su Londra o su altri obiettivi alleati. E il dottor Gobbels e i suoi discorsi sulle spaventose armi da arresto cardiaco non stavano facendo nulla per alleviare le loro paure...7
La narrativa alleata fa acqua (pesante)
A tutt’oggi, il primato dello sviluppo e del primo sciagurato utilizzo di armi nucleari viene ascritto agli USA attraverso il ben noto Progetto Manhattan e si lascia intendere che nonostante anche i tedeschi avessero portato avanti il loro avanzato programma di ricerca sulla bomba atomica con l’ausilio di scienziati di prim’ordine, tra i quali alcuni premi Nobel (tanto per citarne alcuni, Werner Heisenberg, uno dei fondatori della meccanica quantistica, Kurt Diebner, un fisico nucleare, Paul Hartek, un chimico nucleare, lo stesso Otto Hahn, il chimico che scoprì effettivamente la fissione nucleare, e curiosamente Walter Gerlach, la cui specialità non era il nucleare, ma la fisica gravitazionale), questi ultimi "erano in disaccordo tra loro, non capivano la fisica delle bombe e avevano inventato una falsa storia di scrupoli morali per spiegare i loro fallimenti scientifici...” Queste furono le conclusioni, negli anni immediatamente successivi alla guerra, del fisico olandese-ebreo del Progetto Manhattan Samuel Goudsmit che spiegò l'intero mistero come dovuto semplicemente al fatto che gli alleati erano stati scienziati e ingegneri nucleari "migliori" degli stessi tedeschi che avevano inventato l'intera disciplina della meccanica quantistica e della fisica nucleare.
Samuel Abraham Goudsmith, collaboratore al Progetto Manhattan e commentatore, negli anni dopo la guerra, sulle ricerche nucleari tedesche. Fonte: Wikicommons
Ci sarebbe molto da aggiungere, tra cui la questione delle celebri “Trascrizioni di Farm Hall”, ovvero la località inglese dove, dopo essere stati catturati, vennero trasferiti e tenuti in isolamento Werner Heisenberg, Paul Hartek, Kurt Diebner, Erich Bagge, Otto Hahn, Carl Friedrich von Weizsacker, Karl Wirtz, Horst Korsching e Walter Gerlach e tutte le loro conversazioni registrate. Fu il capo del Progetto Manhattan, il generale Leslie Groves, a rivelare nel suo libro del 1962 sulla bomba, Now It Can Be Told, che le conversazioni degli scienziati tedeschi erano state registrate dagli inglesi. A quanto pare, però, non tutto poteva essere raccontato nel 1962, e infatti le trascrizioni sono state declassificate dal governo britannico solo nel 1992. Come mai?
Un altro aspetto che ha attirato la mia attenzione è questo: secondo la narrativa ufficiale, i tedeschi non hanno mai ottenuto la bomba perché non hanno mai avuto un reattore funzionante con cui arricchire l'uranio in plutonio per fabbricarne una. La detonazione della bomba atomica che ebbe luogo presso il sito Trinity nel New Mexico fu un test della bomba americana a implosione al plutonio, necessario per verificare se il concetto avrebbe effettivamente funzionato, cosa che fece, e magnificamente. Ma ciò che è immensamente significativo – un fatto assente da quasi tutta la letteratura mainstream sull'argomento dalla fine della guerra – è che la bomba che fu effettivamente usata per la prima volta in guerra, quella sganciata su Hiroshima, era all'uranio, e non fu mai testata. Come nota l'autore tedesco Friedrich Georg: “Un'altra domanda è di grande importanza: perché la bomba all'uranio degli Stati Uniti, a differenza della bomba al plutonio, non è stata testata prima di essere lanciata sul Giappone? Militarmente questo sembrerebbe estremamente pericoloso.... Gli americani si sono semplicemente dimenticati di farlo, o altri lo avevano già fatto per loro?”9
Settembre 1945: Robert Oppenheimer e il generale Leslie Groves esaminano i resti della base di sostegno del test presso Trinity. Fonte: Wikicommons
Giustamente, Joseph Farrell nota che “la Leggenda Alleata lo spiega in vari modi, alcuni ingegnosi, altri meno, ma fondamentalmente si riducono all'affermazione che non è mai stata testata perché non era necessario, così fiduciosi erano gli ingegneri alleati che avrebbe funzionato. Quindi ci è stato chiesto di credere, dalla narrazione alleata del dopoguerra, che l'esercito americano abbia sganciato una bomba atomica di un progetto non testato, basata su concetti di fisica che erano estremamente nuovi e di per sé non verificati, su una città nemica, un nemico noto per lavorare anch’esso all'acquisizione della bomba atomica!”10
Leslie Groves, responsabile militare del Progetto Manhattan, col Professor Robert Oppenheimer. Fonte: Wikicommons
Era una notte buia e tempestosa...
Esiste la dichiarazione giurata di un pilota tedesco, tale Hans Zinsser, che descrive cosa ebbe modo di osservare una notte di ottobre del 1944, mentre sorvolava i cieli crepuscolari della Germania settentrionale con il suo bombardiere Heinkel 111. Tale dichiarazione giurata è contenuta in un rapporto dell'intelligence militare del 19 agosto 1945, numero di rullino A1007, impresso nel 1973 alla Maxwell Air Force Base in Alabama. La dichiarazione di Zinsser si trova nell'ultima pagina del rapporto:
47. Un uomo di nome ZINSSER, un esperto di razzi contraerei, ha menzionato ciò che osservò un giorno: All'inizio di ottobre 1944 ho volato da Ludwigslust (a sud di Lubecca), a circa 12-15 km da una stazione di test della bomba atomica, quando ho notato un'illuminazione forte e brillante dell'intera atmosfera, della durata di circa 2 secondi.
48. L'onda di pressione chiaramente visibile è sfuggita dalla nuvola in avvicinamento e in seguito formata dall'esplosione. Questa onda aveva un diametro di circa 1 km quando divenne visibile e il colore della nuvola cambiava frequentemente. Si è punteggiata dopo un breve periodo di oscurità con ogni sorta di punti luminosi, che erano, in contrasto con le normali esplosioni, di un colore azzurro pallido.
49. Dopo circa 10 secondi i contorni nitidi della nuvola dell'esplosione sono scomparsi, poi la nuvola ha cominciato ad assumere un colore più chiaro contro il cielo coperto da una nuvolosità grigia. Il diametro dell'onda di pressione ancora visibile era di almeno 9000 metri rimanendo visibile per almeno 15 secondi.
50. Le osservazioni personali dei colori della nuvola dell'esplosione hanno riscontrato una sfumatura quasi blu-viola. Durante questa manifestazione si vedevano orli di colore rossastro, che cambiavano in una tonalità simile allo sporco in una successione molto rapida.
51. La combustione è stata leggermente percepita dal mio piano di osservazione sotto forma di trazione e spinta.
52. Circa un'ora dopo sono partito con un He-111 dall'Aerodromo a Ludwigslust e ho volato in direzione est. Poco dopo la partenza sono passato attraverso il cielo quasi completamente coperto (tra i 3000 e i 4000 metri di quota). Una nube a forma di fungo con sezioni turbolente e rigonfie (a circa 7000 metri di quota) si ergeva, senza apparenti collegamenti, sopra il punto in cui era avvenuta l'esplosione. Si sono verificati forti disturbi elettrici e l'impossibilità di continuare la comunicazione radio come in conseguenza di un fulmine.
53. A causa dei P-38 operanti nell'area Wittenberg-Mersburg ho dovuto virare verso nord ma ho osservato una migliore visibilità nella parte inferiore della nube dove è avvenuta l'esplosione. Nota: non mi è molto chiaro perché questi esperimenti siano avvenuti in aree così affollate.11
“In altre parole, un pilota tedesco aveva osservato il test di un'arma, avente tutte le caratteristiche di una bomba nucleare: impulso elettromagnetico e conseguente malfunzionamento della sua radio, fungo atomico, fuoco continuo e combustione di materiale nucleare nella nuvola e così via. E tutto questo su un territorio chiaramente sotto il controllo tedesco, nell'ottobre del 1944, ben otto mesi prima del primo test della bomba atomica americana nel New Mexico! Si noti il fatto curioso che Zinsser sostiene che il test fosse avvenuto in un'area popolata.
C'è ancora un'altra curiosità da osservare nella dichiarazione di Zinsser, che i suoi interrogatori americani o non hanno approfondito o, se l'hanno fatto, i risultati rimangono ancora classificati: come faceva Zinsser a sapere che si trattava di un test? La risposta è ovvia: Zinsser lo sapeva perché era in qualche modo coinvolto, in quanto chiaramente gli alleati non avrebbero avuto il controllo su un sito di test nel profondo della Germania nazista.”12
Il microfilm dell’affidavit di Hans Zinsser
In precedenza nello stesso rapporto, ci sono indizi che svelano il mistero:
14. Quando la Germania era in questa fase del gioco, scoppiò la guerra in Europa. All'inizio le indagini su questa disintegrazione di U235 (sic) furono alquanto trascurate perché un'applicazione pratica sembrava troppo lontana. Successivamente, tuttavia, questa ricerca è continuata, soprattutto nel perseguire i metodi per separare gli isotopi. Inutile dire che il centro di gravità dello sforzo bellico della Germania in quel momento risiedeva in altri compiti.
15. Tuttavia la bomba atomica sarebbe stata pronta verso la fine del 1944, se non fosse stato per gli efficaci attacchi aerei ai laboratori impegnati in questa ricerca sull'uranio, in particolare a quello di Ryukon in Norvegia, dove si produceva acqua pesante. È principalmente per questo motivo che la Germania non è riuscita a utilizzare la bomba atomica in questa guerra.13
“Questi due paragrafi sono abbastanza rivelatori per diversi motivi. In primo luogo, qual è la fonte dell'affermazione secondo cui i tedeschi si aspettavano che la bomba fosse pronta alla fine del 1944, ben prima del Progetto Manhattan, affermazione in netta contraddizione con la versione alleata del dopoguerra secondo cui i tedeschi erano in realtà molto indietro? In effetti, durante la guerra, le stime del Progetto Manhattan ponevano costantemente i tedeschi davanti agli Alleati, e anche il capo del progetto, il generale Leslie Groves, pensava che lo fossero. Ma dopo la guerra tutto è improvvisamente cambiato. Non solo l'America era avanti, ma secondo la narrativa, era stata costantemente molto avanti durante tutto il conflitto.
Il resoconto di Zinsser solleva una possibilità inquietante – oltre a contraddire completamente la narrazione degli alleati – e cioè, gli alleati avevano appreso di un test di una bomba atomica tedesca durante la guerra? Se è così, allora possiamo cercare alcuni tipi di prove a sostegno, in quanto altre dichiarazioni nel rapporto del dopoguerra contenente l'affidavit di Zinsser sembrerebbero indicare che la narrazione Alleata stesse già cominciando a prendere forma. Il rapporto dell'intelligence parla, ad esempio, solo di laboratori come strutture che conducono ricerche sull'arricchimento degli isotopi e sulla separazione. Ma dei semplici laboratori sarebbero semplicemente incapaci di sviluppare una vera e propria bomba atomica funzionante. Quindi una componente della Narrazione emerge in questo primo rapporto: lo sforzo tedesco appare svogliato, essendo limitato ai laboratori.
In secondo luogo, si noti la chiara affermazione secondo cui la Germania non è riuscita a ‘usare la bomba atomica in questa guerra’. Il linguaggio della relazione è molto chiaro. Eppure sembrerebbe anche designato ad offuscare, in aiuto dell'allora emergente Narrazione Alleata, poiché l'affermazione non dice che i tedeschi non abbiano mai testato una bomba, solo che non l'hanno usata. Il linguaggio del rapporto è stranamente attento, deliberato e, per questo motivo, assai più stimolante.
In terzo luogo, notate quanto è effettivamente – e inavvertitamente, sembrerebbe – rivelato sulla ricerca e lo sviluppo della bomba atomica tedesca, poiché le dichiarazioni chiariscono che i tedeschi erano alla ricerca di una bomba atomica a base di uranio. Una bomba al plutonio non viene mai menzionata. La teoria dello sviluppo del plutonio e la possibilità di una bomba atomica a base di plutonio erano chiaramente note ai tedeschi, come chiarisce abbondantemente un memorandum Top Secret inviato all'Heereswaffenamt (Army Ordnance Bureau) all'inizio del 1942.”14
In poche parole: la leggenda degli alleati sull'incapacità dei tedeschi di ottenere la bomba atomica perché non hanno mai avuto un reattore funzionante è semplicemente un'assurdità scientifica, perché un reattore è necessario solo se si vuole produrre plutonio. È uno sviluppo non necessario e costoso, se si vuole solo realizzare una bomba atomica all'uranio. Pertanto, vi è una ragione sufficiente, dovuta alla scienza della fabbricazione di bombe e alle realtà politiche e militari della guerra dopo l'ingresso dell'America, che i tedeschi presero la decisione di sviluppare solo una bomba all'uranio, dal momento che offriva il percorso migliore, più diretto e tecnologicamente meno complicato per l'acquisizione di una bomba.15