LA RISPOSTA
Da molto tempo pensavo che tutta la diatriba sui pericoli rappresentati dalla cosiddetta AI fosse magnificamente rappresentata da questo vecchio, straordinario racconto della mia gioventù...
Scritto da Fredric Brown nel 1954 (!), “La risposta” (The Answer) fu uno dei racconti che sconvolse maggiormente la mia adolescenza insieme ad un altro (che magari vi proporrò) e che trovo quanto di più attuale e pertinente nell’ambito del pubblico dibattito sulla cosiddetta “Intelligenza Artificiale” (A.I.). Buona lettura…
Con gesti lenti e solenni Dwar Ev procedette alla saldatura – in oro – degli ultimi due fili. Gli occhi di venti telecamere erano fissi su di lui e le onde subeteriche portarono da un angolo all’altro dell’universo venti diverse immagini della cerimonia.
Si rialzò, con un cenno del capo a Dwar Reyn, e s’accostò alla leva dell’interruttore generale: la leva che avrebbe collegato, in un colpo solo, tutte le gigantesche calcolatrici elettroniche di tutti i pianeti abitati dell’universo – novantasei miliardi di pianeti – formando il supercircuito da cui sarebbe uscita la supercalcolatrice, un’unica macchina cibernetica racchiudente tutto il sapere di tutte le galassie.
Dwar Reyn rivolse un breve discorso agli innumerevoli miliardi di spettatori. Poi, dopo un attimo di silenzio, disse: «Tutto è pronto, Dwar Ev».
Dwar Ev abbassò la leva. Si udì un formidabile ronzìo che concentrava tutta la potenza, tutta l’energia di novantasei miliardi di pianeti. Grappoli di luci multicolori lampeggiarono sull’immenso quadro, poi, una dopo l’altra, si attenuarono.
Dwar Ev fece un passo indietro e trasse un profondo respiro. «L’onore di porre la prima domanda spetta a te, Dwar Reyn.» «Grazie», disse Dwar Reyn. «Sarà una domanda cui nessuna macchina cibernetica ha potuto, da sola, rispondere.»
Tornò a voltarsi verso la macchina. «C’è Dio?»
L’immensa voce rispose senza esitazione, senza il minimo crepitìo di valvole o condensatori. «Sì: adesso, Dio c’è.»
Il terrore sconvolse la faccia di Dwar Ev, che si slanciò verso il quadro di comando. Un fulmine sceso dal cielo senza nubi lo incenerì, e fuse la leva inchiodandola per sempre al suo posto.
(da L’ora di fantascienza, trad. di C. Fruttero, Einaudi, Torino, 1982)